Contrasti per due flauti e pianoforte
Intrecci per due flauti e pianoforte
di Antonio Cocomazzi
Le due opere ben si collocano nella vasta gamma di composizioni per questo organico originale (2 flauti e pianoforte) che, in auge nell’Ottocento e scomparso dalla scena successivamente, è stato ripreso nel 1978, anno di costituzione del Trio Doppler. Questo ensemble ha poi stimolato i più importanti compositori contemporanei a scrivere per questa formazione cameristica.
I lavori, non privi di arditezze esecutive, denunciano una notevole conoscenza della tecnica flautistica e delle sue conseguenti possibilità espressive ed interpretative in genere.
Il discorso si misura con il palese ricorso a connotazioni implicite, con la forza espressiva dei suoni, con la capacità di emozionare, di rimandare, di pulsare, di alludere, di significare.
Il compositore davvero dissimula, ossia tende volutamente a nascondere in un abilissimo gioco, anche sperimentale, se si vuole, di incastro dei flauti, di ricorso intelligente, rigoroso, studiato quanto naturale nel suo proporsi, ad un linguaggio nuovo, sovente di pura invenzione, ricco di soluzioni desuete, nella musica colta, ma che diventano complici di una costruzione articolata, intensa, talora difficile nella comprensione immediata e tale da obbligare l’ascoltatore, che si lascia avvincere e sedurre, sulla linea della forte personalizzazione ed identità stilistica propria di Antonio Cocomazzi.
In estrema sintesi ravvedo una sorta dall’intesa, di vicinanza, d’accostamento, mai vaghezza d’impressioni, ma anche voglia di sperimentare una complicata serie di operazioni dettate da automatismo immediato, alla ricerca di atmosfere particolari e significanti.
Si rompono i tradizionali schemi del confronto, ed il discorso si arricchisce di una coralità frutto di cura, attenzione, competenza, rigore, tutti elementi che Antonio Cocomazzi ha saputo mettere in questi brani, che vorremmo diventassero un punto di riferimento per tutti coloro che amano e propongono trii di due flauti e pianoforte.
Franz Albanese